I due fuggitivi, Berta e Milone, durante la fuga da Parigi nel bosco incontrano e liberano dalle mani di due ladroni la principessa Galisena che raccontando la sua triste storia si accorgono come per molti versi rispecchia la loro e decidono insieme di seguire lo stesso cammino.
Nel frattempo Carlo Magno mentre è in preda alla disperazione per l’affronto subito, nella sua stanza gli appare in visione un angelo, è decide di far solo bandire e non fare uccidere i due amanti poiché ha saputo dal messaggero di Dio che sua sorella è in gravidanza e che il bambino che porta in grembo diventerà la bandiera della cristianità; allora riunito il consiglio manda un messo al papa per informare che sua sorella e Milone sono solo banditi dalle terre di Francia e grazie all’intervento tempestivo del papa, Milone viene salvato da una sicura morte dalle mani di Ginamo e Gano.
Continuando il loro percorso lontano da Parigi, i due fuggitivi si imbarcano in una nave ma il comandante Raimondo invaghitosi di Berta decide di rapirla; sono momenti convulsi nella nave poiché Milone viene assalito dai marinai che vengono prontamente uccisi ma in seguito ad una tempesta furiosa, Milone, Berta e Galisena per salvarsi si buttavano dalla nave.
Berta riesce a salvarsi e non avendo più notizie degli altri compagni di viaggio prosegue disperata il suo cammino e nel bosco incontra prima un pecoraio e successivamente la compagna Galisena che confida come ormai sia prossima la nascita del figlioletto.
Sono attimi di tensione per il vecchio pecoraio, l’attesa è snervante fino a quando si sentono le voci di pianto di un bambino: è nato Orlandino.
Tratto da antichi canovacci, libero adattamento scenico e regia di Enzo Mancuso