Carlo Magno con i suoi paladini si trova in Aspromonte per fermare l’esercito di Almonte D’Asia .
Seguono aspre battaglie in campo aperto dove Don Chiaro riesce a mettere in fuga Almonte, dopo aver visto morire Milone D’Anglante, padre di Orlando.
Orlando si trova a studiare in seminario e riceve la visita di Astolfo. A lui manifesta il desiderio di andare in Aspromonte a combattere al fianco di suo padre. Anche Astolfo mostra lo stesso desiderio, allora pensano ad una fuga.
Alla notizia della morte del cognato, Carlo Magno decide di andare a recuperare il corpo di Milone e vendicarne la morte.
Nel frattempo al campo cristiano giungono Orlando e Astolfo. Orlando avverte un certo disagio intorno a lui, tutti lo sfuggono, solo Gano gli riferisce che se vuole trovare suo padre e Carlo Magno deve raggiungere il bosco. Intanto Carlo Magno, trovato nel bosco Almonte duella ferocemente con lui, ma questi ha le armi incantate, per cui non riesce a batterlo.
Arrivato, in quel posto, Orlando, si accorge delle difficoltà dello zio, e rimane deluso, ma approfittando di un attimo di esitazione di Al monte – a cui avevano presagito la morte per causa di un fanciullo – lo uccide con la lancia.
Orlando si conquista così le armi, la spada Durlindana e il cavallo del nemico ucciso.
Tratto da antichi canovacci, libero adattamento scenico e regia di Enzo Mancuso